Il direttore di Libero dice la sua opinione sull’addio di Fabio Fazio alla Rai.
Il famoso conduttore di “Che tempo che fa” Fabio Fazio ha annunciato pochi giorni fa la fine della sua carriera in Rai, per passare a Discovery. La cifra del nuovo contratto è pari a 2,5 milioni di euro, contro i 2,2 milioni guadagnati quando era in Rai. Considerando che l’accordo con Discovery dura ben 4 anni, Fazio guadagnerà un totale di 10 milioni di euro. Sulla vicenda di Fazio è intervenuto anche il giornalista Vittorio Feltri, che ha espresso la sua opinione in merito.
“Quando cambia la musica a Roma, cambiano anche i suonatori”
Feltri osserva come la sinistra vada contro la decisione di allontanare dagli studi Rai Fabio Fazio e la collega Luciana Littizzetto. Tuttavia, il direttore di Libero commenta: “La cosa può sicuramente dispiacere al pubblico progressista, però non si tratta di una tragedia dovuta a una censura da parte del governo. Lo sanno anche i morti che quando cambia la musica a Roma, cambiano anche i suonatori“.
E aggiunge: “La destra applica le stesse regole che hanno consentito al Pd e soci di dominare sugli schermi del monopolio per lungo tempo. Se le norme hanno avuto valore e sono state applicate per lustri allorché gli ex comunisti vincevano le elezioni, non vi è alcun motivo che Fdi, la Lega e Forza Italia non possano controllare l’antenna di Stato.“
“Non provo antipatia per Fazio, ho lavorato con lui”
Inoltre, Vittorio Feltri racconta di aver lavorato con Fabio Fazio, in un programma chiamato “Forza Italia”. Fazio si occupava delle imitazioni, mentre Feltri scriveva i testi. “Poi ci siamo persi di vista, lui piantando le tende in Tv e io in vari giornali, di cui ho perso il conto.“
Si parla anche di stipendi e di come Fazio sia sempre riuscito ad invitare persone, secondo Feltri, a lui vicine. “Con la sua trasmissione ha avuto un notevole successo e credo pure uno stipendio stellare. Non che il mio sia stato rasoterra, anzi, ma il suo a quel che si dice pare inarrivabile per una persona normale. La specialità del nostro eroe è sempre stata quella di invitare a “Che tempo che fa” i suoi amici e gli amici degli amici“.
Infine, Feltri commenta: “Vada in pace in un’altra emittente dove comunque continuerò a non vederlo, non per antipatia ma per stanchezza. A ciascuno di noi capita di fare il proprio tempo, è capitato anche a lui a cui auguriamo tuttavia di consolidare la propria abilità di leccare i potenti, ammesso che siano ancora tali“.
